venerdì 23 dicembre 2011

Il socio di minoranza di società non quotata può proporre querela per il reato di false comunicazioni sociali

In tema di false comunicazioni sociali in danno di società, soci o creditori, si riporta un’interessante pronuncia della Corte Suprema di Cassazione chiamata a decidere sulla legittimità a proporre querela da parte del socio di minoranza di società non quotata.
Va premesso, in proposito, che il reato previsto dall’art. 2622 c.c., ove riguardi una società non quotata, è perseguibile a querela della persona offesa che va individuata in colui che ha sofferto un danno patrimoniale a causa dell’illecito commesso.
La norma mira alla tutela del patrimonio della società, stabilendo il diritto a favore dei soci e creditori a ricevere informazioni vere, affidabili e trasparenti.
Partendo da tali presupposti, a parere della Cassazione la norma afferma, dunque, il principio secondo cui il controllo del socio, anche di minoranza, sullo svolgimento degli affari sociali - inclusa l’azione di responsabilità degli amministratori ex art. 2476 c.c. - non può che essere attuato attraverso la veridicità delle comunicazioni sociali. (Cass. pen. n. 36924/11).

Nessun commento:

Posta un commento